S.Todeschini - colori a 3° fuoco su porcellana - 1986
rondini
mercoledì 5 dicembre 2012
martedì 4 dicembre 2012
giovedì 4 ottobre 2012
venerdì 28 settembre 2012
martedì 18 settembre 2012
martedì 14 agosto 2012
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lunedì 30 luglio 2012
giovedì 26 luglio 2012
estate
S.Todeschini - colori a 3° fuoco su porcellana - 2011
S.Todeschini - colori a 3° fuoco su ceramica - 1998
martedì 24 luglio 2012
Il forno per la cottura
L’oggetto dipinto, una volta cotto, è assolutamente idoneo agli alimenti (se è un piatto);
si può tranquillamente lavare con acqua bollente, si può macchiare quanto si vuole,
ma il colore resterà indelebile nel tempo.
Solo la rottura della porcellana comporterà la fine dell’esistenza dell’oggetto
si può tranquillamente lavare con acqua bollente, si può macchiare quanto si vuole,
ma il colore resterà indelebile nel tempo.
Solo la rottura della porcellana comporterà la fine dell’esistenza dell’oggetto
La cottura in un forno per
porcellana e ceramica,
avviene per gradi e lentamente dalla temperatura ambiente a 750° - 800° nel giro di 7 o 8 ore.
avviene per gradi e lentamente dalla temperatura ambiente a 750° - 800° nel giro di 7 o 8 ore.
Generalmente si cuoce la notte per provvedere al raffreddamento nella mattinata, che deve avvenire per altre 5, 6 ore. Il forno va aperto gradualmente, solo quando è assolutamente freddo.
Il forno può essere di varie grandezze e di vari tipi, ma deve sempre essere mantenuto molto pulito.
All'interno del forno, gli oggetti in porcellana dipinta, non devono mai toccarsi. A tal fine sono utilizzate colonnine, piani e distanziatori in materiale refrattario.
Dipingere ad olio molle: la stesura del fondo
La pittura ad olio molle su porcellana è una tecnica relativamente recente e forse non tutti sanno che la metodica esecutiva è molto differente da quella impiegata nelle tecniche tradizionali
Non si tratta infatti di usare semplicemente un medium diverso ma di procedere al decoro atraverso tappe diverse, che sono condizionate proprio dal mezzo impiegato e sono determinanti per la riuscita del lavoro. A dispetto dunque dell'apparente spontaneità del risultato finale, anche questo tipo di pittura, come tutte le tecniche di decorazione su porcellana, richiede una accurata pianificazione teorica per essere messa in pratica!
Il primo ostacolo che si trova ad affrontare il neofita dell'olio molle, e questo vale anche per chi abbia alle spalle una precedente esperienza di decorazione tradizionale, è la maggiore difficoltà a far aderire il colore sulla superficie ceramica a causa delle proprietà intrinsiche del medium che rendono più scivoloso l'impasto. A ciò si rimedia con la stesura di un fondo di base in tinta neutra che facilita l'attecchimento delle successive pennellate del decoro: solitamente si usa il color avorio che non ha incompatibilità chimica con le altre tinte e non ne compromette il risultato cromatico.
Anche il modo di stendere il fondo deve seguire una precisa metodica: dopo aver abbozzato il disegno con la matita vetrografica, se ne riempie tutta la superficie di contorno con l'avorio, che va steso con pennellate corte e incrociate, a pressione diversificata. Ad una prima serie di tocchi piatti -con pennello appoggiato per i suoi due terzi- che hanno il compito di depositare il colore, fa seguito, la spolveratura, che serve ad uniformare il colore e che viene eseguita con passaggi trasversali della punta del pennello, impugnato nella parte terminale del manico affinché il tocco sia più leggero. Alcuni decoratori sono soliti definire questo duplice movimento incrociato come effetto trama-ordito perchè ricorda l'incrociarsi dei fili in un tessuto.
Dopo aver completato il riempimento del fondo sul contorno del disegno è necessario effettuare la stessa operazione per l'interno del decoro: in questo caso la procedura è la stessa e cambierà soltanto il colore impiegato, che sceglieremo di tinta analoga al decoro finale ma un po' più chiaro. Ne basterà una sola tonalità per i particolari meno rilevanti, ad esempio per le foglie in una composizione floreale, ne occorreranno invece almeno due varianti per gli elemeti più importanti del dipinto, ad esempio i fiori o i frutti: una tinta più chiara a riempire le zone in luce, l'altra più scura per le zone in ombra.
testo Rossana Radaelli
Il primo ostacolo che si trova ad affrontare il neofita dell'olio molle, e questo vale anche per chi abbia alle spalle una precedente esperienza di decorazione tradizionale, è la maggiore difficoltà a far aderire il colore sulla superficie ceramica a causa delle proprietà intrinsiche del medium che rendono più scivoloso l'impasto. A ciò si rimedia con la stesura di un fondo di base in tinta neutra che facilita l'attecchimento delle successive pennellate del decoro: solitamente si usa il color avorio che non ha incompatibilità chimica con le altre tinte e non ne compromette il risultato cromatico.
Anche il modo di stendere il fondo deve seguire una precisa metodica: dopo aver abbozzato il disegno con la matita vetrografica, se ne riempie tutta la superficie di contorno con l'avorio, che va steso con pennellate corte e incrociate, a pressione diversificata. Ad una prima serie di tocchi piatti -con pennello appoggiato per i suoi due terzi- che hanno il compito di depositare il colore, fa seguito, la spolveratura, che serve ad uniformare il colore e che viene eseguita con passaggi trasversali della punta del pennello, impugnato nella parte terminale del manico affinché il tocco sia più leggero. Alcuni decoratori sono soliti definire questo duplice movimento incrociato come effetto trama-ordito perchè ricorda l'incrociarsi dei fili in un tessuto.
Dopo aver completato il riempimento del fondo sul contorno del disegno è necessario effettuare la stessa operazione per l'interno del decoro: in questo caso la procedura è la stessa e cambierà soltanto il colore impiegato, che sceglieremo di tinta analoga al decoro finale ma un po' più chiaro. Ne basterà una sola tonalità per i particolari meno rilevanti, ad esempio per le foglie in una composizione floreale, ne occorreranno invece almeno due varianti per gli elemeti più importanti del dipinto, ad esempio i fiori o i frutti: una tinta più chiara a riempire le zone in luce, l'altra più scura per le zone in ombra.
testo Rossana Radaelli
L'impasto del colore per il tamponato
Gli ingredienti sono gli stessi impiegati nella decorazione tradizionale, cambiano però le modalità di preparazione
Usereste il detersivo per stoviglie per sgrassare le piastrelle o, al contrario, il detergente per pavimenti per lavare i piatti? Certo che no! Eppure sono entrambi prodotti a base di sapone...Lo stesso avviene nella pittura su porcellana, dove le diverse tecniche richiedono che il comune composto di base, il colore da terzo fuoco, venga miscelato in modo differente per adattarlo alle esigenze specifiche.
Nel caso della tamponatura, molto usata nella decorazione ceramica tradizionale, l'impiego della spugnetta in aggiunta o in alternativa al pennello richiede che l'impasto abbia due caratteristiche fondamentali: una migliore fluidità per facilitarne la stesura uniforme su ampie superfici, e asciugatura lenta per consentire il completamento del lavoro con maggiore tranquillità.
Cosa serve-Colore in polvere da terzo fuoco
-Essenza grassa
-Essenza di trementina
-Essenza di lavanda
-Piastrella e spatola
Procedimento
1) Preleviamo la polvere di colore e depositiamola sulla piastrella. La quantità dipende ovviamente dall'estensione della superficie da tamponare, però in questo caso è meglio abbondare perchè sarebbe davvero un disastro se il colore finisse a metà dell'opera: non avremmo il tempo di prepararne dell'altro prima che quello già steso sia asciugato!
2) Aggiungiamo l'essenza grassa nella proporzione di 1:2 (1 parte di essenza grassa ogni 2 parti di colore) e incominciamo ad impastare.
3) Ammorbidiamo l'impasto con qualche goccia di trementina, sufficiente ad ottenere un composto cremoso: fin qui l'impasto è lo stesso che prepareremmo per dipingere.
4) Aggiungiamo ora l'essenza di lavanda per fluidificare: la sua quantità dipende dal metodo di applicazione. Per la spugnatura è meglio che il colore sia di consistenza molto morbida, per la tamponatura deve essere semi-liquido.
Come in tutte le cose, basteranno un po' di esperimenti per trovare il dosaggio ideale.
testo -Rossana Radaelli-
sfondi evanescenti
La situazione più frequente nella quale si ricorre alla tamponatura è quella della realizzazione dei fondi in tamponato che costituiscono ottime basi dalle quali far "emergere" il decoro tramite un pennello inumidito nella trementina:
Una comune occasione d'impiego della spugnatura è invece nelle aree delimitate dal delineo a pennino, dove può sostituire la coloritura "tirata" a pennello, rendendo più rapida l'esecuzione del lavoro:
Ed infine un uso combinato delle due tecniche: nel viso che vedete qui sotto l'incarnato è stato ottenuto con il tamponato e le sfumature con la spugnatura (è importante eseguire entrambe le operazioni sul colore ancora umido!)
© Rossana Radaelli-
Una comune occasione d'impiego della spugnatura è invece nelle aree delimitate dal delineo a pennino, dove può sostituire la coloritura "tirata" a pennello, rendendo più rapida l'esecuzione del lavoro:
Ed infine un uso combinato delle due tecniche: nel viso che vedete qui sotto l'incarnato è stato ottenuto con il tamponato e le sfumature con la spugnatura (è importante eseguire entrambe le operazioni sul colore ancora umido!)
© Rossana Radaelli-
Spugnatura e tamponato
Sono come le due facce di una stessa medaglia: diverse tra loro ma unite da una base comune
Spugnatura e tamponatura rappresentano le due modalità attraverso le quali mettere in atto le tecniche appena descritte:
La spugnatura consiste in un uso più immediato della spugnetta, che viene caricata direttamente nel colore e quindi applicata sul pezzo da dipingere.
Questo metodo è impiegato soprattutto per colorare zone circoscritte ed il colore deve avere consistenza piuttosto fluida.
Il tamponato è invece l'ideale per la stesura di fondi e per riempire ampie aree di decorazione: si attua picchiettando la spugnetta asciutta sulla superficie precedentemente dipinta a pennello.
Il colore deve essere un po' più consistente di quello usato per la spugnatura ma deve asciugare molto lentamente perchè quando si secca la spugna rischia di asportarlo anzichè di sfumarlo.
Molte sono le situazioni nelle quali si può ricorrere a questa metodica, nei prossimi articoli le esamineremo in dettaglio.
© Rossana Radaelli-11.06.06
Olio molle
L'impasto del colore nella tecnica ad olio molle
Molte sono le scuole di decorazione che utilizzano questo medium per l'impasto dei colori: indipendentemente dallo stile adottato la procedura è sempre la stessa
L'olio molle è una resina vegetale che conferisce al colore la particolarità di non asciugare mai (anche a distanza di mesi!) se non quando viene sottoposto a cottura. I colori impastati con l'olio si possono quindi preparare con largo anticipo in modo da essere già pronti al momento del bisogno e l'unica precauzione da osservare è quella di tenerli in un recipiente chiuso per evitare che assorbano polvere dall'ambiente circostante.Contrariamente a quanto ho fatto quando vi ho descritto l'impasto con i medium tradizionali, non vi fornirò dosaggi precisi perchè.......semplicemente perchè non esistono!
Ogni decoratore adotta un proprio impasto ideale che, essendo gli "ingredienti" impiegati sempre gli stessi, si contraddistingue unicamente per la consistenza: c'è chi preferisce dipingere con un colore morbido e lucido e chi invece lo preferisce opaco e duro, allungandolo durante l'uso....vi suggerisco di fare qualche prova per scoprire quello che vi si addice, intanto, adottando il motto latino in medium stat virtus io vi descrivo la procedura che sta a mezzo fra questi due estremi.
Cosa serve:
-Un piastrella e la spatola a coltello
-Olio molle
-Colore in polvere da terzo fuoco
Procedimento:
1) Preleviamo la polvere di colore dal vasetto con la punta della spatola e appoggiamolo sulla piastrella pulita: visto che l'impasto si può utilizzare anche a distanza di molto tempo dalla preparazione possiamo permetterci di non lesinare sulla quantità!
2) Produciamo un incavo al centro del mucchietto di colore e versiamovi qualche goccia di olio, quindi impastiamo con la spatola cercando di amalgamare bene gli ingredienti e schiacciando gli eventuali grumi di polvere
3) Lavorando l'impasto aggiungiamo ancora un po' d'olio sino ad ottenere un composto denso, dall'aspetto setoso e opalescente.
Fonti - Rossana Radaelli-
lunedì 23 luglio 2012
Piccole rose
Roselline step by step
Le roselline sono uno dei primi soggetti che si affrontano quando si inizia a dipingere su porcellana con la tecnica tradizionale
Sono infatti molto facili da realizzare e molto gradevoli da vedere...un connubio particolarmente apprezzato da tutti i principianti!
Poichè è notorio che un'immagine vale più di mille parole seguiamone passo passo l'esecuzione attraverso le 7 tappe schematizzate qui sotto:
Poichè è notorio che un'immagine vale più di mille parole seguiamone passo passo l'esecuzione attraverso le 7 tappe schematizzate qui sotto:
Il punto di partenza è il corpo centrale della rosa, di forma rotondeggiante: con la matita vetrografica disegnamo quindi un cerchio e, per avere un punto di riferimento preciso, tagliamolo a metà con una linea verticale.
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Eseguiamo la prima pennellata a forma di C rovesciata lungo il bordo inferiore e laterale destro del cerchio a matita.
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Senza ricaricare il pennello ripassiamo la pennellata precedente in modo da spingere il colore già presente a concentrarsi lungo il bordo esterno del cerchio.
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Ricarichiamo il pennello nel colore ed eseguiamo una seconda pennellata a C, più corta e meno curva, all'interno della pennellata precedente
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Realizziamo ora il bocciolino alla sommità della rosa: è costituito da tre pennellate concentriche eseguite caricando il pennello una sola volta.
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I petali laterali della rosa sono costituiti da tre pennellate su entrambi i lati del corpo centrale, eseguiti dall'esterno verso l'interno e dall'alto verso il basso, intingendo il pennello solo una volta per ogni lato.
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L'ultimo passaggio lo si ottiene con due pennellate a "virgola sdraiata" eseguite alla base del fiore.
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Ecco una variante alla rosellina classica che abbiamo imparato a fare nel tutorial precedente
Si tratta di un piccolo fiore "costruito" con le stesse pennellate che abbiamo già preso in considerazione: la differenza sta solo nel nucleo centrale che, eseguito in questo modo, conferisce alla rosa un aspetto più pieno e corposo.
Ecco come si presenta la rosellina finita: come vedete l'aspetto è un po' più "cicciotto" rispetto alle roselline classiche, sebbene le dimensioni siano le stesse!
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Ed ecco il particolare ingrandito del nucleo centrale: invece che da cerchi concentrici è formato da piccole pennellate consecutive...
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...si inizia con le due pennellate che delimitano la parte superiore del nucleo, dirette dall'alto verso il basso e dall'interno all'esterno...
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...si prosegue con altre tre pennellate dall'alto verso il basso e a forma di virgola: si parte dall'interno, ci si allarga lateralmente e si torna di nuovo verso l'interno.
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Con tre pennellate più grosse si completa il nucleo della rosa: da qui in poi si procede come per le roselline classiche.
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© Rossana Radaelli-